LE STORIE DI DONNE: EMILY DICKINSON I can wade Grief -Io so guadare il Dolore -1 febbraio 2017 |
LE STORIE DI DONNE: EMILY DICKINSON
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PER DONAZIONI:IBAN IT65J0305801604100320249689 A CHEBANCA!By Giuliana Matteuccilapostadigiulian@gmail.comFoto Fonte InternetQuesta è la storia di una donna di altri tempi, però che si può trasferirsi anche nei nostri giorni con tutte le problematiche del mondo femminile. Anche se con le leggi le donne di questo secolo sono emancipate e sviluppare non solo per la famiglia ma per il mondo esterno, il lavoro, una vita al di fuori di una casa. Ma…La donna e scrittrice più nota al mondo, Emily Dickinson, che nasceva il 10 dicembre 1830, a Amherst (Massaachusetts Usa), dopo varie esperienze di vita al di fuori di casa sua, decise all’età di 25 anni decise di ritirarsi nella dimora paterna. Lontano dal mondo, dove era pieno di armi e uomini belligeranti. Poca libertà di espressione da parte delle donne. L’aveva delusa per i suoi inspiegabili traumi esistenziali. CONTINUA CON LA STORIA .... Nella solitudine della sua camera iniziò una lunga e proficua elaborazioni di testi lirici di 1775 poesie di rara bellezza e comprensibili, scoperti dopo la sua morte dalla sorella, rilegati su stoffe semplicemente con ago e filo. Scrisse anche molti racconti che da ora sono diventati nel nostro secolo best sellers, vero Cult americano ed internazionale. Anche oggi nell’era moderna i suoi scritti sono esempi di alta letteratura, oggetto di studi, perché sono scritti moderni dove la tradizione e modernità si intrecciano, nel 2017 dove ancora oggi negli USA e oggetto di ricerca e sviluppo in tutte le universitari.
Le poesie bellissime da cui traspariva un anima limpida e complessa. Dove si ostinava a parlare con Dio, il quale non le rispondeva mai, ”diceva lei”. Tutti i giorni nella realtà. Trasformò il desiderio i vita in rinuncia ed in solitudine, dopo aver viaggiato in giro nell’ America come Washington e Philadelphia in compagnia di un pastore. Prese la sua vita come espiazione del peccato. Nella sua residenza unica compagnia era la sua famiglia borghese puritana e le sue piante. Era molto intelligente e diversa dalla altre ragazze, perché lei esprimeva con le parole quello che lei sentiva dal suo più riservato essere, con il diniego della società puritana dell’epoca. Da qui la necessità di mettere su carta le sue emozioni, alla ricerca di risposte impossibili. Anche se il padre comprò molti libri, ma che disse loro di non leggerli per non scuotere le loro menti. Scrisse anche un libro intitolata “Una passione tranquilla” da cui alcuni registi, tra cui Terence Davis, presenta “Quiete Passion” 34° Film festival di Torino il 29 dicembre 2016 cosi il cinema super tecnologico ci riporta nel suo mondo. Molto più moderno di oggi. Il suo motto era: “se mi dai una rosa solo perché io mi punga e la veda appassire, da oggi non toccherò più rosa”. Nella sua vita era tormentata da qualcosa di sconosciuto che fino alla fine non capiì. Sognava ad occhi aperti e soprattutto una semplice ragazza triste. Viveva nel suo mondo particolare, adorava la vita ma né fuggiva. Ella nelle lunghe giornate scriveva molto, vi sono molti manoscritti, lasciati ai posteri. Si vestiva sempre di bianco per far trasparire la sua purezza, di animo e di corpo. Visse isolata da tutti. Morì di Nefrite, il 15 maggio 1886, a 55 anni, a casa dove si era rinchiusa dall’età di 25 anni. Così noi di questo mondo ricordiamo e leggiamo liriche di un vita diversa e chiusa verso l’esterno, il tutto per sfuggire dai dolori della realtà. |