LE COCCODRILLATE DE GIUALIANA MATTEUCCI DICEMBRE 20171 dicembre 2017 |
LE COCCODRILLATE
DI
GIULIANA MATTEUCCI
DICEMBRE 2017
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PER DONAZIONI:IBAN IT65J0305801604100320249689 A CHEBANCA!By Giuliana Matteucci
lapostadigiulian@gmail.comFoto Fonte InternetItalia. GENOVA. IL mondo dei fumetti piange uno dei suoi padri, UNA DELLE ECCELLENZE ITALIANE. 6 novembre 2017 alle 8:30 è morto all'ospedale San Martino di Genova Renzo Calegari ,anni 84 ,uno dei maestri del fumetto italiano. La notizia è stata comunicata dall'ospedale. Nei giorni scorsi era stato colpito da un ictus mentre si trovava nella sua casa di Sori (Genova).,egli fumettista e autore con Gino d'Antonio della "Storia del West" che la Sergio Bonelli è pronta a pubblicare per i 50 anni delle famosa saga, era nato a Genova Bolzaneto. Ha collaborato con molti editori, e con Bonelli ha disegnato anche Tex. L'ultimo premio, che personalmente aveva ritirato il 28 ottobre quando la Società Economica di Chiavari gli ha consegnato il "Turio Copello". Molto noto nella vita politica.
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ITALIA -TREVI ,Anno decisamente buio per le star italiane , nel panorama del cinema e fiction come la scomparsa del suo amico e sodale Tomas Milian se ne va anche Ray Lovelock, l'"americano", scomparso stamane a Trevi ad appena 67 anni, portato via da un tumore combattuto con coraggio fino agli ultimi giorni. Lascia la moglie Gioia, la figlia Francesca Romana, il nipotino Thomas, i fratelli Michael e Andrea. I funerali si terranno al Duomo di Trevi.
Che si sia portato addosso per tutta la vita l'etichetta di "amerikano" per le parti da duro e poliziotto sui due lati dell'Oceano, Raymond Lovelock nasceva a Roma il 19 giugno del 1950 da padre inglese e madre italiana. La sua carriera artistica, lasciata alle spalle un'apparizione non ufficiale in "Darling" di John Schlesinger nel 1965, si è sempre svolta all'ombra degli ultimi cascami della "Hollywood sul Tevere" e poi del cinema italiano di genere. Fu infatti la sua stranezza i, Giulio Questi, a scoprirlo nel casting del suo western più sanguinoso e personale, "Se sei vivo, spara" (1967) e fu Carlo Lizzani a cucirgli addosso, per "Banditi a Milano" del 1968, il vestito del duro criminale Tuccio (il giovane della banda Cavallero) assieme a talenti tanto diversi tra loro come Gian Maria Volonté, Tomas Milian, il cantante Don Backy prestato al grande schermo. Capelli lunghi da hippie, faccia da bravo ragazzo immerso nella Swinging London, il giovane Lovelock scala in fretta i gradini della popolarità, anche come cantante, sia da solista che nella band raccolta dall'amico Milian. Ma il cinema è la sua grande passione e qui si scava una nicchia di culto come investigatore di ferro, capace di usare le maniere forti ma anche di ragionare e scoprire i colpevoli nella stagione d'oro del poliziottesco all'italiana. Sono gli anni '70 e dei maggiori successi, da "Squadra volante" di Stelvio Massi (1974) a "Milano odia: la polizia non può sparare" di Umberto Lenzi (stesso anno), da "Roma violenta" (Marino Girolami, 1975) a "Uomini si nasce, poliziotti si muore" (Ruggero Deodato, 1976). Proprio Umberto Lenzi gli affida i ruoli più diversi (faranno insieme cinque film), ma Lovelock compare anche in film firmati da autori "eccellenti", da Mario Monicelli a Norman Jewison, da Alberto Lattuada a George Pan Cosmatos che, con "Cassandra Crossing" del 1976, gli offre la notorietà internazionale a fianco di Richard Harris e Sophia Loren. Negli anni '80 dirada le sue apparizioni al cinema perché trova nella serialità televisiva una seconda vita artistica a partire da "A viso coperto" e dal vigoroso ruolo che Luigi Perelli gli affida ne "La Piovra 5" (1990), dopo averlo rilanciato sul piccolo schermo con "La casa rossa" del 1981. In tv ritroverà una popolarità sempre cercata: magari in coppia con Terence Hill per "Don Matteo", o in serie di lunga durata come "Commesse" e "Incantesimo". Al cinema si vede sempre meno ma vanno segnalati un piccolo film di culto come "Murderock" di Lucio Fulci (1984) e la sua ultima prova "My Father Jack" di Tonino Zangardi (2016), lo stesso anno dell'ultima apparizione televisiva in "L'allieva" con Alessandra Mastronardi. Uomo ironico e positivo, gran tifoso di calcio (fede laziale esibita con orgoglio anche nei talk show televisivi), professionista meticoloso, Ray Lovelock rimane però l'altra faccia di Tomas Milian in una stagione del cinema italiano che amava gli oriundi e con loro ha saputo vincere all'estero come e più che sui campi di calcio.
Il volto di Hillerman è legato in particolare al personaggio del maggiordomo – tutto fare inglese della serie statunitense ambientata alle Hawaii che furoreggià negli anni '80. Il bagaglio professionale, però, è ricchissimo: l’inizio della carriera arriva in teatro, a Broadway, nel 1959, mentre sul grande schermo si ricorda in Chinatown di Roman Polanski. Il debutto dietro la macchina da presa, invece, è del 1970, nel film Omicidio al neon per l’ispettore Tibbs. Luis Enríquez Bacalov (San Martín, 30 agosto 1933 – Roma, 15 novembre 2017) è stato un pianista, compositore, dire
Nasce a San Martín, Provincia di Buenos Aires, Argentina, il 30 agosto 1933 da una famiglia di origini bulgare di tradizione religiosa ebraica, anche se lui si considerava "laico e agnostico". Dopo aver iniziato lo studio del pianoforte in Argentina
Si trasferisce dunque a Milano. Una volta passato alla RCA, nel 1960, Bacalov (che all'epoca si firma come Luis Enriquez) si mette subito in luce curando gli arrangiamenti delle canzoni di Nico Fidenco (memorabile quello per Legata a un granello di sabbia), Sergio Endrigo, Rita Pavone (La partita di pallone, Cuore, Il ballo del mattone, Che m'importa del mondo e Questo nostro amore), Umberto Bindi (Un ricordo d'amore, Il mio mondo), Neil Sedaka (La terza luna, I tuoi capricci, L'ultimo appuntamento). Con Sergio Endrigo Bacalov forma un sodalizio quasi ventennale, testimoniato da canzoni come Io che amo solo te (altro indimenticabile arrangiamento), Se le cose stanno così, Era d'estate, Canzone per te, Lontano dagli occhi, L'arca di Noè, Elisa Elisa. In seguito, proprio con lo stesso Endrigo, Bacalov ebbe un lungo confronto in sede giudiziaria per la paternità del motivo che il compositore utilizzò come tema del film Il postino, per il quale ottenne il Premio Oscar nel 1996, del tutto simile alle note di Nelle mie notti, canzone di Endrigo del 1974. Dopo una sentenza del 2001 che non lo assolveva dall'accusa di plagio e una del 2003 della Corte di appello civile di Roma che lo condannava per aver copiato da Endrigo, unitamente agli eredi del cantautore, nel 2013 riconosce a Sergio Endrigo, a Riccardo Del Turco e a Paolo Margheri la co-paternità del brano di basso livello della colonna sonoraNel 2012 Quentin Tarantino utilizza alcuni brani composti da Luis Bacalov nel suo film di ambientazione western Django Unchained. Nel 2014 Luis Bacalov partecipa al film Born in the U.S.E. diretto da Michele Diomà e co-prodotto da Renzo Rossellini. Accanto al compositore premio Oscar ci sono i registi Francesco Rosi e Giuseppe Tornatore. Il 25 agosto 2015, a vent'anni dall'Oscar, Bacalov ha tenuto uno spettacolo proprio a Pollara nelle Isole Eolie dove Troisi girò Il postino. Bacalov ha presentato in anteprima Poetry Soundtrack, celebrando i grandi poeti del cinema: da Pasolini a Fellini, da Troisi a Tarantino e la riscoperta di Fernando Di Leo. Il recital è un viaggio che ci propone le straordinarie colonne sonore eseguite in una veste minimale, così come sono nate. A scandire le musiche sono le poesie, monologhi, pensieri, e aneddoti letti dal regista Cosimo Damiano Damato per raccontare il vissuto artistico ed umano degli autori. Sempre nel 2015, Luis Bacalov riceve il Premio alla Carriera al Gran Galá di Bergamo al teatro Donizetti di dove si racconta attraverso aneddoti e incontri che hanno determinato la sua carriera; in quella occasione viene presentato il suo brano “estoriando” per due pianoforti eseguito da Alberto Pizzo e Stefano Miceli. E' morto il 15 novembre 2017 all'ospedale San Filippo Neri di Roma, dopo dieci giorni di degenza, in seguito a un'ischemia. È morto alle 3.37 nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma il boss Totò Riina. Ieri aveva compiuto 87 anni. Operato due volte nelle scorse settimane, dopo l'ultimo intervento era entrato in coma. Riina, per gli inquirenti, nonostante la detenzione al 41 bis da 24 anni, era ancora il capo di Cosa nostra. Riina era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a luglio. Ieri, quando ormai era chiaro che le sue condizioni erano disperate, il ministro della Giustizia ha concesso ai familiari un incontro straordinario col boss. Riina stava scontando 26 condanne all'ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del '92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del '93, nel Continente. Sua la scelta di lanciare un'offensiva armata contro lo Stato nei primi anni '90. Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine, solo tre anni fa, dal carcere parlando con un co-detenuto, si vantava dell'omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati. A febbraio scorso, parlando con la moglie in carcere diceva: "sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere". Francia. Parigi. Lutto nel mondo della moda AZZEDINE ALAIA, tunisino, libero di eseguire nelle sue aspirazioni stilistiche.Infatti egli fu seguito da tutto il gotha della moda, da grandi nomi della stampa che lo eloggiarono e dalle bellissime top model internazionali tra le quali la giovane sedicenne NAOMI CAMPBEL. Egli scoprì. Crediamo che ancora avremo sue opere di eccellenza nelle prossime sfilate parigini. È morto all'età di 77 anni, per causa non ancora dichiarata. Dopo sei anni d' assenza dalle scene, era uscito con una ultima sfilata per autunno /inverno 2017/2018.
EGLI SPIEGAVA COSÌ LA SUA ECCELLENZA, IL SUO OPERATO :"POSSO INIZIARE A PROGETTARE UN ABITO O UNA GIACCA PER UNA COLLEZIONE SPECIFICA E FINIRE QUELLA FASE DIECI ANNI DOPO. OPPONENDO IL RITMO SUPERFICIALE DELLE STAGIONI E DELLE SFILATE, SONO STATO UNO DEI POCHI A OSARE, A TENTARE DI ROMPERE CON QUESTO CALENDARIO CHE DISPREZZA LA CREAZIONE IN FAVORE DEL RENDIMENTO".Australia , Malcom Young, co-fondatore del gruppo rock AC/DC, è morto all’età di 64 anni. Ne ha dato notizia la stessa band sulla propria pagina web: "È con grande tristezza che gli AC/DC annunciano oggi la morte di Malcom Young, fondatore e creatore del gruppo - si legge sul profilo - Era la forza che guidava la band come chitarrista, autore e visionario, era un perfezionista e un uomo unico". Young era da tempo malato,da tre anni soffriva di demenza senile. L'uomo immagine degli Ac/Dc è Angus Young, con la sua divisa da eterno scolaretto e il cappellino con le corna. La "forza tranquilla", sempre un po' in disparte sul palco, dietro le tonnellate di riff macinate in oltre quarant'anni di carriera era però il fratello Malcolm, con il quale Angus fondò nel 1973 una delle più grandi band della storia del rock. La morte giunge a sessantaquattro anni del chitarrista è forse il capitolo finale della lunga agonia che i milioni di fan sparsi per il pianeta hanno dovuto affrontare negli ultimi anni. Hanno visto il gruppo australiano esibirsi snaturato, con tre membri su cinque sostituiti da rimpiazzi, nel tour di quel "Rock Or Bust", uscito nel 2014, che è l'unico frutto mediocre di una discografia altrimenti presso ché inattaccabile, da oltre anni non suonava più.
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